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di Carlo Levi

BAMBINI DI EBOLI

Olio su tela
cm 94 x 120

Biografia Carlo Levi

Carlo Levi nasce a Torino nel 1902. Si laurea in medicina, ma preferisce dedicarsi alla pittura e alla politica. A causa del suo dichiarato impegno antifascista è inviato, nel 1935, al confino ad Aliano (MT). Narrerà l’esperienza, vissuta a stretto contatto con la realtà meridionale, nel suo famoso romanzo Cristo si è fermato a Eboli. Al tempo del confino Levi è già un pittore di chiara fama: esordisce appena ventiduenne alla Biennale di Venezia. Il suo primo ispiratore è il pittore Felice Casorati la cui influenza emerge in Ritratto del padre (1923) e Arcadia (1924). Alla fine degli anni Venti Levi aderisce al Gruppo dei Sei conducendo un’aspra critica alla politica nazionalistica del XX secolo. L’esperienza dell’esilio sarà fondamentale anche sul piano artistico: i suoi soggetti lucani, dipinti nel 1936, lo indirizzarono, nel 1954, al gruppo neorealista alla Biennale di Venezia. Muore a Roma nel 1975; i suoi resti riposano ad Aliano nel cimitero che era solito frequentare con cavalletto e colori.

«[I bambini] erano tutti pallidi, magri, con dei grandi occhi neri e tristi nei visi cerei, con le pance gonfie e tese come tamburi sulle gambette storte e sottili.» (C. LEVI, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1963, p. 203). Tra i molti ritratti del confino leviano prevalgono quelli dei bambini. Nell’omologazione dei volti pensosi e dagli occhi enormi, fissi in un punto indeterminato oltre lo spettatore, i bimbi di Levi rappresentano la desolazione di una esistenza senza primavere, resa dal pittore con colori tenui, polverosi. I visi infantili dall’espressione adulta mancano di qualsiasi richiamo all’innocenza o al sentimentalismo e sembrano emergere a fatica da una serie di onde magmatiche, come se fossero tutt’uno con il paesaggio che li circonda e li inghiottisce allo stesso tempo.