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di Renato Guttuso

L'OCCUPAZIONE DELLE TERRE

Acquerello su carta
cm 48,5 x 65

Biografia Renato Guttuso

Nasce a Bagheria nel 1912. La città natale si rivela importante per la sua formazione, poiché continuerà a fornirgli per tutta la vita uno straordinario repertorio di immagini e colori. Allievo del futurista Pippo Rizzo, esordisce in una collettiva nel 1928. Grande e controverso maestro del XXI secolo, difensore dell’arte figurativa per motivi stilistici e storico-sociali, Guttuso lavora durante di anni Trenta a Roma e poi a Milano dove stringe amicizie con artisti quali Giacomo Manzù e Lucio Fontana. Nel 1937 si trasferisce a Roma. Del 1941 è la discussa Crocifissione, sua maggiore opera e manifesto del Realismo neo-cubista di cui Guttuso è il principale interprete. Nel 1947 fonda il “Fronte Nuovo delle Arti”, avanguardia artistica legata al PC e animata da temi d’impegno sociale. Dotato d’importante abilità tecnica, rielabora nella sua pittura gli stimoli dell’Espressionismo, dell’arte popolare sicula e del cubismo picassiano. La sua arte, sempre di alta tensione morale e di pungente carica ritrattistica, possiede importante intensità espressiva. Muore a Roma nel gennaio del 1987 lasciando incompiuto un ciclo di opere dedicate al gineceo.

Questo acquerello del 1946 è uno dei numerosi studi guttusiani sull’omonimo tema che, passando attraverso l’opera La marsigliese contadina, culmineranno ne L’Occupazione delle terre incolte di Sicilia esposta alla Biennale d’Arte di Venezia del 1950. Dal 1946 la pittura di Guttuso si dispiega sulle tematiche del lavoro proletario e verso l’adesione dichiarativa dell’autore alle lotte contadine sicule degli anni Quaranta. Evidente risulta, nella presente opera, l’impegno civile espresso con forza epica e il linguaggio del cubismo sintetico mediato da Pablo Picasso che Guttuso conobbe a Parigi nel 1946. Questo contatto orienta le composizioni guttusiane ad una più stringente sintesi plastica risolta con un adattamento narrativo e popolare tipico delle sintesi picassiane. Emergono, forti, il segno della stilizzazione e la squadratura dell’immagine bloccata nei profili da un tratto deciso, cui si contrappone un’importante fluidità narrativa.