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di Maria Padula

FUOCO ALLE STOPPIE

Olio su tela
cm 100 x 100

Biografia Maria Padula

Nasce a Montemurro nel 1915. Giovane sensibile e attiva, sotto l’influenza religiosa e per l’esempio d’impegno umanitario della madre adottiva, prende parte alla vita politica del Paese nella sinistra militante. La sua produzione artistica riflette l’amore per la Lucania che si evince dalla luce serena e dai colori vivi tipici di questi luoghi, per lei fonte di ispirazione e di energia vitale. Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove conosce Giuseppe Antonello Leone, studente della sezione scultura. Si trasferisce, poi, all’Istituto di Firenze dove è allieva del pittore Felice Carena. Nel 1943 sposa Leone: compagno di vita e sodale artistico. Personalità poliedrica, spazia dalla prosa alla pittura, stringendo rapporti intellettuali con personaggi di spicco della scena culturale del tempo quali Luigi Guerricchio, Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Manlio Rossi Doria e Leonardo Sinisgalli. A Catanzaro, nel 1944, espone la sua prima personale insieme con Leone e solo nel 1948 a Potenza, arriva la loro seconda mostra. La sua militanza politica vive il momento più florido nel 1976 quando partecipa alla fondazione del movimento femminista “Nuova Identità”. Muore nel 1987 lasciando tracce in molti giovani talenti grazie alla sua docenza di disegno dal vero presso l’Istituto d’Arte di Potenza.

Dipinto nel 1987, Fuoco alle stoppie rappresenta il lavoro svolto da un contadino nei campi, nel momento in cui, dopo la raccolta del grano, brucia i residui della mietitura per preparare la terra ad un nuovo raccolto. La tela testimonia come la pittura sia per l’artista uno strumento di comunicazione volto alla resa del reale e incentrato alla rappresentazione della realtà quotidiana. L’opera, che a livello tematico si allaccia all’intera produzione della pittrice, contribuisce ad introdurre un’innovazione basata sulla luce e sull’uso del colore per costruire un ponte diretto tra sensazioni percettive e reale. I valori della cultura contadina sono al centro dell’interesse di Maria Padula: il tentativo di denuncia sociale che emerge dal soggetto del quadro, di chiara matrice leviana, lascia trasparire il contrapporsi ideologico dell’autrice alla crescita dell’industrializzazione vista come causa dello “svilimento” dei rapporti umani.