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di Giuseppe Antonello Leone

VECCHIO DI MONTEMURRO

Olio su tela
cm 87 x 65

Biografia Giuseppe Antonello Leone

Nasce a Pratola Serra (Avellino) il 6 luglio 1917; studia a Napoli dove si diploma in Ceramica al Regio Istituto d’Arte e in pittura all’Accademia delle Belle Arti. Nel 1940 si classifica terzo alla Biennale di Venezia con l’affresco Le nuove Città. È già un artista a tutto tondo: poeta, scultore, pittore. Nel 1943 sposa la pittrice Maria Padula con cui dà origine ad un sodalizio artistico unico. Partecipa, insieme con Rocco Scotellaro, Manlio Rossi Doria, Carlo Levi, Tommaso Pedio, Concetto Valente, al movimento di riscatto culturale che negli anni ’50 interessa la Lucania e tutto il Mezzogiorno, diventa un meridionalista «indigeno originario di Montemurro», come di lui diceva Leonardo Sinisgalli. È presente con Remigio Claps, Francesco Ranaldi, Carlo Levi, Luigi Guerricchio ad una retrospettiva di pittori lucani organizzata a Napoli nel 1957. Durante la stagione del Neorealismo italiano, espone in numerose mostre nazionali e internazionali; nel 1961 realizza, su incarico del Ministero del Lavoro, l’allestimento del Padiglione IRI Italia ’61 a Torino. Tra il 1966 e il 1979 dirige gli Istituti d’Arte di Potenza, di Cascano, di Sessa Aurunca (Caserta), di San Leucio (Caserta) e l’Istituto Statale d’Arte “Boccioni” di Napoli. È uno degli artisti di maggior spessore del panorama lucano.

Leone è un artista sperimentale e tecnico; conosce gli elementi: l’aria, l’acqua, il fuoco e la terra, li lavora e li domina. Nel dipinto, con la pittura ad olio, esprime la consistenza materiale della realtà creando nuovi spazi e nuovi segni. Il Vecchio di Montemurro rappresenta un nuovo segno: è una figura abbandonata e isolata a cui l’artista restituisce, nella pittura, eternità e dignità. Ritratto frontalmente con lo sguardo rivolto allo spettatore, il protagonista della scena esprime e racchiude nella sua staticità uno spaccato di vita reale, trasmettendo un senso di tranquillità e di quiete. In questa tela Leone esprime l’idea socialista secondo la quale l’uomo non appartiene ad una casta predeterminata. Nella comunità, un vecchio contadino ha lo stesso peso esistenziale degli altri poiché tutti condividono la stessa responsabilità del “fare”.